Essere la mamma di un bambino speciale in una scuola proprio poco speciale
Non è mica facile, non è facile per nulla sapere che anche oggi suonerà il telefono e sul display apparirà la scritta “scuola elementare”:
- signora suo figlio sta lanciando i banchi…
- signora suo figlio non vuole chiedere scusa…
- signora suo figlio ha tirato i calci a una maestra…
- signora suo figlio non vuole cambiarsi le scarpe…
- signora suo figlio non vuole cambiare colore della penna per scrivere i titoli…
- signora suo figlio non svolge le operazioni in colonna…
- signora suo figlio non ha ripetuto la lezione sulle colline…
- signora suo figlio fa domande a cui non possiamo rispondere…
- signora… signora… signora????
Vorrei poter raggiungere chi di queste cose si dovrebbe occupare, ma la mia mente vaga nella ricerca di un valido interlocutore: comanda più il ministro dell’istruzione, un euro-parlamentare, il presidente della repubblica, la stampa, il papa, dio? Oppure semplicemente un direttore didattico con manie di onniscienza, le maestre-impiegate isteriche e frustrate? Cosa può fare una mamma per smuovere le acque dell’impassibilità che circondano le menti dei tutori didattici del proprio figlio? “Cambiategli scuola!”, ma se i soldi per farlo non ci sono? Perché i bambini speciali non hanno diritti? Sono stufa di lottare contro le maestre, è ora di farlo contro il sistema. Comincerò da dio e se lui non mi ascolterà passerò al papa, al presidente degli stati uniti, e via via romperò le balle a tutti finché qualcuno non mi ascolterà.
Auguratemi buona fortuna.
p.s. ho bisogno di un kebab!
3 Comments:
Nel titolo, tanto per cominciare, manca un aggettivo, perché tu sei una mamma e una donna speciale...
io la mattina non le posso salutare dalla finestra del corridoio perche' si crea il "collo di bottiglia" (cosi' dice la dirigente).
vabbe'
[il kebab virtuale non conta vero?]
Nel kebablog puoi rifarti gli occhi...di meglio non posso fare...ma se sapessi di dove sei te ne spedisco uno! :-)
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