cieloditraverso

martedì, ottobre 28, 2008

facebook

Sono stata rapita nel vortice maligno di f-book e mi diverto come una pazza a scrivere a persone che non vedo da anni o da pochi minuti. è un colloquio planetario, dove si possono esprimere ad alta voce i cazzi propri e son tutti felici per questo. qualcuno ti lancia l'amicizia e tu non puoi non prenderla al volo per avere più notifiche, più messaggi in bacheca, come una droga.
e mi ritrovo a pensare a nomi improbabili di persone mai più viste, che potrei digitare nel cerca-amici, per poter fare: "cucù" ti ho trovato.
come direbbe un pezzo della mia anima: chebello chebello.

sabato, ottobre 25, 2008

E tu?

Questo post è per te, che leggi le parole che scrivo 'nero su bianco'.

Lei è
come un airone che spiega le sue ali e chi capita davanti in quell'istante meraviglioso viene investito da questo improvviso abbraccio,
... ma voglio solo volare.
come un fiume che ti accoglie placido nelle sue chiare acque e senza volerlo potrebbe trascinarti con se nelle sue impetuose correnti,
... ma voglio solo camminare.
come un tramonto che stupisce e affascina ogni giorno e accetti senza dolore che finisca, perchè sai che tornerà,
... ma voglio solo vivere.

Io non riuscirei a mettere la parola
FINE
a tutto questo.
E tu?

venerdì, ottobre 24, 2008

spleen

Quando come un coperchio il cielo pesa
grave e basso sull'anima gemente
in preda a lunghi affanni, e quando versa
su noi, dell'orizzonte tutto il giro
abbracciando, una luce nera e triste
più delle notti; e quando si è mutata
la terra in una cella umida, dove
se ne va su pei muri la Speranza
sbattendo la sua timida ala, come
un pipistrello che la testa picchia
su fradici soffitti; e quando imita
la pioggia, nel mostrare le sue striscie
infinite, le sbarre di una vasta
prigione, e quando un popolo silente
di infami ragni tende le sue reti
in fondo ai cervelli nostri, a un tratto
furiosamente scattano campane,
lanciando verso il cielo un urlo atroce
come spiriti erranti, senza patria,
che si mettano a gemere ostinati.
E lunghi funerali lentamente
senza tamburi sfilano né musica
dentro l'anima: vinta, la Speranza
piange, e l'atroce Angoscia sul mio cranio
pianta, despota, il suo vessillo nero.


Non avrei saputo dirlo meglio.

Vorrei tornare, dandoti il braccio,
a scendere milioni di scale...

mercoledì, ottobre 22, 2008

e mi tocca aspettare.

come il cinese sulla sponda del fiume,
come l'aquilone il vento,
come l'arcobaleno il sole,
io aspetto.
prima o poi, nello sforzo di pensare mentre stai già respirando, ti si gremerà il cervello e io, leggendo la tua smorfia di panico sul volto, incurverò la mia bocca carnosa in un ghigno di felicità.
Sai, ci mancherebbe, si fa quel che si può.
Questo è poco, ma sicuro.

sabato, ottobre 04, 2008

trinità

Vorrei essere madre, essere moglie, essere donna.
Vorrei, ma non posso.
Vorrei un padre, un marito, un uomo che sappia levarmi questo vestito di inadeguatezza.
Vorrei, ma non posso.
Vorrei che il tempo duri in eterno, che l'eternità duri un istante, che l'istante duri per sempre.
Vorrei, ma non posso.
In questo eterno istante di palpabile inadeguatezza, la madre sorride, la donna è basita, la moglie delusa.